lunedì 9 luglio 2007

Dischi a stato solido

Fino ad oggi i buoni, vecchi dischi magnetici sono stati resistenti alla stragrande maggioranza degli attacchi da parte di altre tecnologie, in quanto hanno saputo evolvere in maniera eccezionale in termini di capacità, velocità, efficienza e riduzione dei costi.
Tuttavia oggi appare sul mercato una nuova tecnologia che potrebbe togliere ai dischi magnetici tale primato. Sono i dishi a stato solido. A differenza dei dischi magnetici, i dischi a stato solido non hanno meccanica in movimento, ma solo elettronica.
Ne esistono di due tipi. Quelli basati su memoria volatile (tipo RAM) per performance eccellenti (di fatto come la memoria RAM!) e quelli basati su memorie non volatili di tipo flash, decisamente più lenti, ma spesso più veloci dei dischi magnetici. I primi sono riservati, almeno per ora, ad un uso di nicchia, in quanto necessitano di un backup costante per poter far sopravvivere i dati ad una mancanza di corrente. I secondi, invece, sono in un certo senso i fratelli maggiori delle chiavette USB, ma fatti per essere fissi ed interni. E soprattutto di dimensioni maggiori.

Vantaggi

  • Basso consumo di energia
  • Bassa produzione di calore
  • Dimensioni ridotte
  • Peso ridotto
  • Accesso Casuale più rapido
Svantaggi
  • Costo. Sono ancora cari rispetto ai dischi magnetici. Il costo medio per GB dei dischi SSD si aggira per ora intorno ai 15$, mentre i dischi magnetici vanno da poche decine di centesimi a circa 3$ per i costosi SAS.
  • Tempo di vita. Poiché ogni singola cella di memoria ha un numero limitato di cicli di riscrittura, nei dischi a stato solido diventa di fondamentale importanza la distribuzione dei dati fra blocchi e la loro gestione. Un algoritmo che non distribuisca equamente l’uso delle celle o che comporti un eccessivo e continuo riallocamento dei dati potrebbe risurre notevolmente il tempo di vita dei dischi a stato solido. In questo senso sono stati fatti passi avanti di recente, ma è sempre un fattore critico per questo tipo di tecnologia.
  • Recupero dati. A differenza dei dsichi magnetici, dove le tecniche di recupero dati, seppur costose, sono ormai raffinatissime, per i dischi a stato solido ci sono poche o nulle possibilità di recuperare i dati in caso di disastro.
  • Accesso sequenziale. Nell’accesso sequenziale non sono competitivi con i dischi magnetici, mentre per l’accesso casuale si. Quindi i backup o la lettura di grandi file non sarà più performante dei dischi magnetici, ma per aprire e chiudere tanti piccoli file in poco tempo sono inbattibili.
Conclusioni
Allora… basso consumo, peso ridotto… pochi problemi di raffreddamento… tutto suona ad un candidato ideale per un uso su Laptop…
Dati gli svantaggi attuali li vedo come ottimi candidati per la partizione di sistema di un laptop, per ospitare il sistema operativo ed i programmi, mentre tutti i dati (quelli importanti, ma che non necessitano di un accesso veloce e continuo) su un bell’hard disk magnetico tradizionale (sul quale magari viene fatto un backup completo del disco di sitema SSD almeno una volta alla settimana). Per la massima portabilità l’hard disk dei dati può tranquillamente essere esterno. Cosí quando serve si ha una macchina leggerissima e a lunga durata di batteria, ad esempio per navigare su internet o per prendere appunti ad una riunione o per lavorare ad un progetto mentre si è in viaggio, lasciando a casa o in ufficio ciò che più vale: le informazioni contenuto nel Hard Disk magnetico esterno.


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